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04 Aprile 2019

Cosa mangeremo sul Pianeta Rosso?

Con Silvia Kuna Ballero, astrofisica e giornalista scientifica, e Luca Perri, astrofisico presso il Planetario di Milano, il pubblico del Food&Science Festival in Piazza Mantegna ha scoperto le nuove frontiere dell'agricoltura extraterrestre.

Con Silvia Kuna Ballero, astrofisica e giornalista scientifica, e Luca Perri, astrofisico presso il Planetario di Milano, il pubblico del Food&Science Festival in Piazza Mantegna ha scoperto le nuove frontiere dell'agricoltura extraterrestre.

“Tra i pianeti più vicini alla Terra”, racconta Luca Perri, “Marte è il candidato migliore ad ospitare una colonia umana”. Spedire il cibo dalla Terra avrebbe dei costi troppo elevati, e i coloni sarebbero costretti a nutrirsi di cibi inscatolati, di scarso valore nutritivo. L'unico modo per supportare una colonia umana a lungo termine sarebbe coltivare direttamente sul pianeta rosso. “La missione presenta però numerose difficoltà”, continua Perri, “legate all'alto livello di radiazioni presenti sul pianeta, alla gravità, e alla scarsità di acqua e di luce”. Una sfida tecnologica che realisticamente non riusciremo a completare prima di trenta anni.

“Il suolo di Marte è diverso da quello terrestre perché manca della componente organica, è povero di azoto, e contiene iperclorati, tossici per i microrganismi che favoriscono la crescita delle piante”, racconta Silvia Kuna Ballero. Ma sono già molti gli esperimenti che hanno individuato delle possibili strategie per superare questi problemi. “La coltivazione idroponica e aeroponica”,  prosegue Ballero, “permette di coltivare ortaggi in ambiente controllato, dosando luce, acqua e nutrienti per ottimizzare la crescita delle piante e il loro contenuto nutrizionale”. I fertilizzanti si potrebbero recuperare dal compostaggio degli scarti dei coloni, e come dimostrato dall'esperimento Food for Mars and Moon, sono molte le specie vegetali che hanno il potenziale di sopravvivere e crescere sul suolo marziano.