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19 Ottobre 2025

"Campi di futuro": il Lab Ferrara 2025 fa centro

Giansanti: "C’è una visione di politica agricola comunitaria a cui non possiamo rinunciare per poterci sedere nei tavoli delle trattative"

“C’è una visione di politica agricola comunitaria a cui non possiamo rinunciare per poterci sedere nei tavoli delle trattative ma mai come in questo momento sento la vicinanza del Parlamento europeo agli interessi degli agricoltori italiani ed europei. Il lavoro che obiettivamente l’Europarlamento sta facendo guarda agli interessi dei nostri agricoltori piuttosto che agli interessi partitici. Il contesto generale in cui ci stiamo muovendo oggi è difficilissimo e mai come ora sarà altresì fondamentale per i nostri interessi poter coordinare quest’attività in una logica di italian job e quindi continueremo a lavorare in tal senso”.

Non ha nascosto le difficoltà generali del momento ma ha altresì espresso parole cariche di speranza Massimiliano Giansanti, presidente del Copa, l’organizzazione di rappresentanza sindacale che accorpa oltre 20 milioni di agricoltori europei, e numero uno nazionale di Confagricoltura nel corso della tavola rotonda sulla Pac del futuro indetta venerdì scorso a Palazzo Roverella nell’ambito del 4° Food & Science Festival Lab di Ferrara.

Giansanti ha annunciato anche la manifestazione di protesta, un flash mob, indetto dagli agricoltori europei e messo in atto martedì 21 ottobre a Strasburgo. “Ci aspettavamo una Pac in grado di stabilizzare il reddito degli agricoltori e il prezzo di vendita dei prodotti, al contrario è invece una politica agricola senza visione”. Nelle sue conclusioni, dopo i pareri espressi dai cinque europarlamentari presenti (Stefano Bonaccini, Stefano Cavedagna, Raffaele Stancanelli con Dario Nardella e Salvatore De Meo collegati da remoto) anche la definizione del percorso per la revisione della proposta di bilancio in merito alla Pac del prossimo settennato.

“Occorre un confronto serio con l’Europarlamento e con la Commissione europea poi con il Governo del Paese – quasi un’arringa, la premessa conclusiva del presidente Giansanti –. Non è una questione di struttura ma è sbagliata la proposta e allora a questo punto si torna indietro, la si riscrive, da una parte con maggiori risorse economiche disponibili e dall’altra diversificandola, e solo in quel momento ci si siederà attorno a un tavolo a discuterla”.

Per approdare alla rimodulazione della Pac 2027-2034 occorrerebbe operare sul metodo oltre che nel merito, riscrivendo daccapo la proposta recuperando nel contempo maggiori risorse economiche e solo in seguito sedersi attorno a un tavolo. Il presidente nazionale ha altresì aggiunto che le base di ripartenza per tornare a trattare sta nella natura della Pac “che non nasce per far diventare più ricchi gli agricoltori ma in primo luogo garantire la sicurezza dell’Italia in Europa, secondo un giusto reddito agli agricoltori, terzo assicurare un flusso verso i consumatori, sarebbe a dire che l’Ue interviene con risorse della Comunità per accompagnare gli agricoltori a produrre”, contestualizzando le politiche agricole entro il quadro di quelle sociali, tra le altre, e consolidando in tal modo il sistema.

“Siamo in un momento cruciale in cui si determinerà il futuro dell’agricoltura per i prossimi cinque-sette anni ha fatto sapere Francesco Manca, presidente di Confagricoltura Ferrara, l’organizzazione sindacale promotrice dell’iniziativa in collaborazione con Anga- Giovani di Confagricoltura Emilia Romagna, col patrocinio e il sostegno della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna e del Comune di Ferrara, per un format disegnato nel suo complesso da Frame-Divagazioni Scientifiche di Torino – e la nostra realtà associativa da molti anni ha deciso d’inserirsi in un percorso che abbraccia le sezioni del Nord Italia per mettere sotto lo stesso tetto quattro soggetti ormai sempre più cruciali: il mondo della politica e dei decisori pubblici, quello della scienza e della ricerca, quello dell’agricoltura e della filiera agricola avendo la consapevolezza che le buone politiche non nascono nel vuoto ma solo in una società ben informata e capace di scegliere con accesso a conoscenze e informazioni di qualità. Bello vedere come quest’onda cresce nel tempo data la testimonianza di tanti di noi che hanno creduto in questo progetto”.

Nei saluti iniziali, Matteo Fornasini, assessore con delega all’agricoltura, turismo e bilancio del Comune di Ferrara ha affermato che l’amministrazione comunale è “da sempre al fianco del settore agricolo: l’agricoltura ferrarese produce un valore pari al 5,2% del totale provinciale, un valore doppio rispetto alla media dell’Emilia Romagna e alla media del nostro Paese”. Paolo Govoni, vice presidente della Camera di Commercio di Ferrara-Ravenna ha insistito sulla funzione strategica dell’agricoltura, in un territorio fortemente produttivo, per la quale diventa essenziale il lavoro di squadra tra associazioni, imprese e istituzioni. Come d’altronde ha asserito pure Massimiliano Urbinati, dirigente scolastico dell’Istituto Superiore Vergani-Navarra, fermamente convinto che l’investimento formativo dei giovani debba procedere di pari passo con una progettualità di lungo periodo. Una sfida delicata, l’ha definita Rosanna Gamerra, Vice Prefetto vicario, “quella del rapporto tra agricoltura e innovazione”.

La consegna del Premio Innovazione e Scuola ai docenti e ai discenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Vergani-Navarra da parte di Confagricoltura Ferrara, un premio in denaro di 1.000 euro destinato a progetti di formazione all’utilizzo dei droni in agricoltura ha condotto alla seconda sessione “Dal trattore al drone, come cambiano lavoro e formazione in agricoltura introdotta da Claudia Guidi, vice presidente di Confagricoltura Ferrara e presidente di Anga Giovani di Confagricoltura Emilia Romagna, e quindi all’ultima, quella dedicata alla nuove frontiere energetiche nel settore agricolo coordinata da Nicola Gherardi Ravalli Modoni, componente della Giunta nazionale dell’organizzazione sindacale delle imprese agricole.